Due curiosità sui vini dal blog di Marco Santinoli

Cosa si intende per vini biodinamici? Ce lo spiega Marco Santinoli, blogger appassionato di grande distribuzione organizzata e marketing alimentare, già autore di numerose collaborazioni con il nostro blog – qui un recente articolo a firma sua.

Marco Santinoli: ecco i vini biodinamici

Forse ti sarà capitato di sentire parlare di vini biodinamici. In un’iconica scena del film “Perfetti sconosciuti” i due protagonisti diretti a una cena comprano proprio una bottiglia di vino biodinamico. La definizione ufficiale di agricoltura biodinamica secondo la Biodynamic Farming and Gardening Association è “un approccio spirituale-etico-ecologico all’agricoltura, ai giardini, alla produzione alimentare e alla nutrizione”. Il vino biodinamico è prodotto da uve coltivate secondo i cosiddetti principi biodinamici, scrive Marco Santinoli. Una teoria che si rifà a un frangente in cui la terra è vista come parte del pianeta e del sistema solare, e di conseguenza il vigneto non è solamente un pezzo di terra isolato, progettato con il solo scopo di coltivare l’uva. I principi dell’agricoltura biodinamica furono sviluppati e introdotti per la prima volta all’inizio del XX secolo dal celebre Rudolf Steiner, un antroposofo austriaco. Steiner voleva creare una formula in cui le piantagioni di vigneti seguissero schemi lunari e rispettassero la terra come organismo vivente. Questa formula sottolinea anche l’importanza della policoltura e della zootecnia. Piante come il dente di leone, l’ortica e l’achillea possono crescere naturalmente sulla terra per migliorare la fertilità del suolo. Gli animali aiutano anche a fertilizzare le viti mediante il letame del bestiame. L’agricoltura biodinamica cerca una via di produzione sostenibile. L’ecosistema funziona nel suo insieme e si impegna a creare un circolo positivo con materie e pratiche naturali, escludendo ad esempio i fertilizzanti chimici e i pesticidi, o lasciando la terra in buone o migliori condizioni come hanno trovato per le generazioni future.

Marco Santinoli ricorda che c’è chi si chiede se ci sia così tanta differenza con un vino prodotto normalmente. Secondo i cultori del biodinamico la differenza è notevole. Con il vino biodinamico e naturale, ottieni un prodotto che non è manipolato e che per questo dà una maggiore rappresentazione del terroir della zona del vitigno.

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Per il consumatore medio, l’acquisto di vino è già abbastanza complicato. Diverse etichette e tipologie, prezzi agli antipodi, la differenziazione delle uve e delle origini significano almeno 40’ fermi davanti al reparto vini. Mentre è chiaro che il vino convenzionale e quello naturale sono in qualche modo opposti, l’assenza di normative può creare confusione. Al livello più elementare, i vini convenzionali sono prodotti utilizzando additivi e sostanze chimiche nel vigneto e nella cantina, mentre i vini naturali sono spesso descritti come “nulla aggiunto, nulla tolto”. Un vino naturale, detto anche vino secondo natura oppure etichettato anche come vino vero o anche vino artigianale, è un prodotto vinicolo realizzato con uve biologiche attraverso la fermentazione spontanea del mosto senza aggiunta di altri elementi. 

Come per i vini biodinamici anche la denominazione dei vini naturali non ha una legislazione ufficiale che è riconosciuta a livello nazionale e internazionale. La storia dei vini naturali la possiamo fare risalire al movimento nato in Francia negli anni ’70 grazie all’opera dell’enologo Jules Chauvet, che si opponeva categoricamente all’uso di prodotti chimici nella coltivazione della vite e alla trasformazione chimica e fisica dei vini lavorati in cantina. Questa filosofia incorpora parte della convinzione nell’agricoltura biologica e in qualche modo di quella biodinamica: il vino naturale si ottiene infatti da uve coltivate in agricoltura biologica. Sono diversi dal biologico e dal biodinamico in quanto non includono alcun additivo o coadiuvante aggiunto al processo di produzione, maturazione e raffinazione. Salvo qualche eccezione i solfiti sono ulteriormente ridotti ad un massimo di 40 mg/l per qualsiasi tipologia di vino. I vini naturali sono raramente chiarificati o stabilizzati per mantenere le loro caratteristiche viventi, spesso apparendo torbidi.

Il vino naturale è più un concetto che una categoria ben definita con caratteristiche concordate. Nella sua forma più pura, è vino ottenuto da succo d’uva fermentato non adulterato e nient’altro.

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